Da conflitto a opportunità. Emozioni istruzioni per l'uso 1
“A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.” (A. Baricco)
Il ruolo delle emozioni e dell’intelligenza emotiva nella gestione di difficoltà è così importante che lo affronteremo in tre appuntamenti consecutivi.
Prima di tuffarci in questo percorso vorrei fare chiarezza su cosa intendo quando parlo di emozioni, sentimenti e intelligenza emotiva.
Le nostre emozioni sono dei processi interiori sollecitati da un elemento esterno (una persona, un evento, un suono…) e sono caratterizzate da un momento di crescita sino al raggiungimento del picco, a cui segue poi una fase di latenza che può variare di intensità e di durata per poi lentamente decrescere, e influenzano in modo costante e continuo la nostra vita, le nostre scelte e le decisioni di ogni essere umano e sono determinati per il nostro benessere quotidiano. I sentimenti sono simili per certi aspetti alle emozioni, un po’ più profondi nella loro relazione con il piano dell’affettività, e sono stati stabili del nostro sentire. L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le emozioni, direzionandole in modo efficacie e costruttivo.
Il mondo delle neuroscienze ci ha spiegato, ormai da tempo, quanto è limitata - e limitante - la visione di Cartesio, e di molti altri pensatori prima e dopo di lui; visione che cerca di creare una netta scissione tra l’aspetto razionale e quello emotivo, come se fossero due entità separate che possono essere completamente scisse l’una dall’altra.
La difficoltà più grande che deriva da questa scissione risiede nella conclusione che l’aspetto razionale e intellettuale sia “MIGLIORE” rispetto a quello dei sentimenti e delle emozioni, che andrebbero contenute e represse, quasi fossero la traccia di un passato dell’essere umano legato agli istinti e, pertanto, non degno di essere parte della società civile.
Questo atteggiamento verso noi stessi ci ha portati a vivere nella dicotomia mente-ragione e a costruire intorno a noi un mondo che la rappresenta.
Oggi la scienza ci dice che questa separazione di “mondi” è utopica: a livello fisiologico il nostro cervello razionale (neocorteccia) e il nostro cervello emotivo (sistema limbico) sono inscindibilmente interconnessi.
Quando affrontiamo un problema, una difficoltà o un conflitto, lo affrontiamo con tutte queste parti, non esiste e spero non esisterà mai, un bottone che ci permetta di “spegnere” una parte del nostro essere.
Per nostra fortuna anche a livello sociale e culturale l’atteggiamento nei confronti del mondo emotivo procede verso un netto cambiamento. Abbiamo finalmente compreso come le emozioni sono uno strumento vitale che ci permette e ci aiuta ad orientarci nel mondo, sono la nostra bussola e ci guidano nei processi decisionali; ecco perché dobbiamo imparare a riconoscerle e a gestirle. Aprirsi alla conoscenza di questo mondo significa vivere in modo più consapevole e coerente con la nostra comune natura di esseri umani.
“La poesia è quando un’emozione ha trovato il suo pensiero e il pensiero ha trovato le parole.” (Robert Lee Frost)

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