Da conflitto a opportuinità. Emozioni istruzioni per l'uso 2
"Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi… emozioni…” (Lucio Battisti)
Paul Ekman e altri appassionati del mondo emotivo hanno cercato di identificare alcune emozioni diffuse tra tutte le popolazioni del pianeta; il loro lavoro ha portato a indicare in rabbia, tristezza, gioia, paura, disprezzo, disgusto e sorpresa le 7, così dette, emozioni fondamentali. Non tutti condividono i risultati di questa ricerca; l’obiezione principale a questa teoria e ad altre a essa affini consiste nella valutazione che se anche fosse vero che queste emozioni vengono manifestate da tutti gli esseri umani con i medesimi segnali fisici, non è altrettanto certo che siano sentite e percepite allo stesso modo da persone che vivono e crescono in culture e luoghi differenti, perché il contesto cambia e con esso anche le nostre percezioni.
Come vi ho accennato nell’articolo precedente le neuroscienze ci spiegano come le emozioni siano dei veri e propri eventi fisici che sorgono come reazione a stimoli esterni o interni, come per esempio i ricordi; ora vorrei spiegarvi come le emozioni sono determinanti nelle nostre scelte, o meglio, come influenzano i nostri processi decisionali.
Il nostro cervello è composto da tre “cervelli”; questi tre cervelli hanno funzioni differenti poiché derivano da tre differenti stadi della nostra evoluzione e la tripartizione comporta una sofisticata rete di connessione e comunicazione che a volte subisce degli intoppi o incontra difficoltà.
Vediamo insieme quali sono queste parti e come funzionano, questo è utile per capire le basi dei nostri processi decisionali:
il cervello rettiliano è la parte più antica e gestisce i centri vitali e le funzioni automatiche come il respiro o il battito cardiaco, ma non ha competenza emotiva.
Il sistema limbico è il nostro cervello emotivo quello in cui risiedono e si sviluppano i sistemi di attaccamento, e che manca agli squali.
La neocorteccia è la parte dedicata al pensiero, alla parola, ci dà la capacità di astrarre, di immaginare e pianificare attività future.
Se una persona è evidentemente arrabbiata, furiosa, il sistema attivato sarà quello limbico, quindi dovremo accogliere e lasciar fluire la sua rabbia e aspettare che si formi lo spazio per il funzionamento del sistema razionale (neocorteccia).
Più siamo vicini al picco emotivo, più è difficile pensare in modo razionale e lavorare con quella parte del cervello - la neocorteccia - che ci permette di produrre pensieri creativi.
Questo significa che nelle situazioni di difficoltà o conflitto è meglio prendersi del tempo prima di fare una scelta di cui potremmo pentirci; prendere una decisione in pieno picco emozionale significa farlo in un momento poco opportuno; una volta presa coscienza di come le emozioni funzionano è importante lasciar scemare il picco emotivo e poi decidere.
“Una mente rilassata è una mente creativa” ( Yogi Bahjan)

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